GIULIA PARODI: L’ARTE DI UNIRE NATURA E NARRAZIONE

Dalla sua piccola stanza-studio, avvolta dalla quiete di un bosco, Giulia Parodi l’illustratrice dell’albo “Le Tendine di Tata Lugton” racconta il suo viaggio creativo: un percorso che ha radici nell’infanzia, ispirata dai racconti della nonna, e si è evoluto fino a una sofisticata tecnica che unisce acquerelli e matite colorate. In questa intervista, scopriamo come i libri, la natura e le interazioni quotidiane nutrano il suo mondo visivo.

A che età è nata la tua passione per il disegno? Come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione?

La passione per il disegno è nata da bambina, non saprei dire esattamente quando. Ho sempre disegnato, da quanto ricordo passavo giornate intere a disegnare. Sia all’asilo che poi a scuola, questo mi ha procurato non pochi problemi. Preferivo passare le ore a disegnare piuttosto che a seguire le lezioni o giocare con gli altri bambini. Anche a casa disegnavo, inventavo storie e le disegnavo su qualunque foglio mi capitasse a tiro. Ricordo che mia nonna spesso mi portava con lei in giro per boschi. Lei amava dipingere gli alberi, e io la seguivo e disegnavo con lei. Sempre con mia nonna avevamo l’abitudine che lei mi leggeva dei libri e io nel frattempo disegnavo la storia che lei leggeva. Direi che la passione per l’illustrazione è nata allora, anche se ancora non lo sapevo. Al mondo dell’illustrazione mi sono comunque avvicinata molto più tardi, non molti anni fa. Nonostante avessi fatto studi artistici, non mi ero mai focalizzata sull’illustrazione in sé. Ho iniziato ad avvicinarmi con il corso Entry Level di Ars in Fabula.

Qual è la tecnica che usi per le tue tavole? E come sei arrivata a questa scelta artistica?

La tecnica che utilizzo per le mie tavole si basa principalmente sull’uso delle matite colorate. Parto da una base di acquerello, un misto di ocra e terra di Siena bruciata, che stendo su tutta la superficie del disegno. Colorare direttamente sul bianco mi risulta fastidioso. Prima di arrivare a questa scelta, ho provato varie basi di colore, ma la scelta dei toni del marrone rende il risultato più caldo e ho optato per questo alla fine. Inoltre, alterno alcune passate di pastello secco alle stesure di matita colorata per rendere i colori più intensi. Infine, applico alcuni punti di luce con la tempera. Sono arrivata a questa scelta artistica dopo il percorso in Ars in Fabula. Ho mantenuto l’uso delle matite con cui ero partita e man mano ho sperimentato i vari utilizzi di quest’ultime cercando di ottenere un risultato più leggero e delicato rispetto a quello di partenza.

Descrivi il luogo in cui sei solita lavorare e quali sono i tuoi strumenti.

Lavoro in un piccolo studio che mi sono creata in casa, è una piccola stanza, fredda e molto umida. In effetti, dalla finestra posso vedere il bosco che mi circonda e un pezzo di cielo. Ho una scrivania troppo ingombra di matite sempre in disordine, vari barattoli pieni di pennelli e una scatola di pastelli in equilibrio precario. Il pavimento, ovviamente, è un piano di appoggio per fogli e libri e le pareti sono coperte di disegni.

Tavole tratte da “Le tendine di Tata Lugton” di Virginia Woolf illustrato da Giulia Parodi

Da dove trai ispirazione per creare i tuoi lavori?

Per quanto riguarda l’ispirazione, i libri che leggo rivestono sicuramente un ruolo fondamentale. Amo immergermi nei romanzi di ogni genere; credo che la lettura fornisca una ricca fonte di ispirazione, creando immagini vivide nella mente e lasciando un’impronta significativa. Inoltre, l’ambiente che mi circonda, e in particolare la natura, gioca un ruolo essenziale. Vivendo in un bosco, sono costantemente immersa tra alberi e prati, e circondata da animali, sia domestici che selvatici. Apprezzo le passeggiate nei boschi, durante le quali osservo le varie forme e movimenti sia della flora che della fauna. Trovo affascinante osservare gli animali: i loro spostamenti, le interazioni reciproche e il modo in cui esplorano l’ambiente che li circonda. Un’altra fonte di ispirazione proviene dalle persone che incontro; i loro volti, in particolare, ma anche le loro movenze e le storie che raccontano. Ascoltare i loro racconti è sempre stimolante, poiché offrono continuamente nuovi spunti e idee.

Ti senti soddisfatta del risultato o stai sperimentando nuovi linguaggi?

Attualmente sono soddisfatta della tecnica che utilizzo, anche se dubito di poter essere completamente appagata dai risultati. Cerco costantemente di migliorare. Sebbene abbia sperimentato altri approcci, torno sempre a questa tecnica. Pertanto, credo che al momento sia quella che mi soddisfa maggiormente e intendo continuare a utilizzarla finché non sentirò il desiderio di cambiare.

Quali sono i tuoi desideri e progetti per il futuro?

In futuro , spero di poter pubblicare altri libri, ovviamente. Al momento, il disegno rimane una piccola, anche se grande, parte della mia vita. Ho vari progetti che non sono correlati al disegno, ma sono legati alla coltivazione e agli animali. Trovo che tra le due cose possa comunque esserci una connessione nella cura per le piccole cose. Alla fine , prendersi cura di una pianta, aspettare che il seme germogli e prendersene cura fino a ottenere il frutto richiede la stessa pazienza e lo stesso amore necessari per far nascere un disegno. Spero comunque che l’illustrazione possa continuare a far parte della mia vita anche in futuro.

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