Entriamo nel mondo dell’illustrazione attraverso gli occhi e le parole di Stefano Raggi, l’illustratore dietro le splendide tavole di “Il Divano“ scritto da Carlotta Lo Galbo. Scopriamo insieme i segreti del suo percorso artistico, dalle prime tracce di matita alle tavole colorate che prendono vita.
A che età è nata la tua passione per il disegno? Come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione?
Non ricordo con esattezza il momento in cui ho cominciato a disegnare, ciò che mi è rimasto impresso è l’attrazione costante che ho sempre avuto per l’arte del disegno.
Mi sono avvicinato al mondo dell’illustrazione collaborando con una mia amica a una serie di illustrazioni per progetti destinati ai più piccoli.
Qual è la tecnica che usi per le tue tavole? E come sei arrivato a questa scelta artistica?
Lavoro in modo tradizionale. Utilizzo carta semplice e matite durante la fase di ideazione, acquarelli e matite colorate per le tavole definitive. Ho adottato questa tecnica prendendo ispirazione e osservando altri illustratori e artisti.
Descrivi il luogo in cui sei solito lavorare e quali sono i tuoi strumenti.
Il mio studio è particolare, si potrebbe dire anche nomade.
Da un lato mi dedico alla realizzazione dei bozzetti in fabbrica, immerso nel frastuono delle macchine. Quando torno a casa, invece, una scrivania in legno mi aspetta accanto a una luminosa finestra ed è qui che le tavole prendono vita tra carta, pennelli, acquerelli e matite di tanti colori.
Tavole tratte da “Il Divano” di Carlotta Lo Galbo e Stefano Raggi.
Da dove trai ispirazione per creare i tuoi lavori?
L’ispirazione per la realizzazione di un nuovo lavoro proviene dalle influenze acquisite nel corso della mia vita artistica e dai ricordi d’infanzia. Inoltre, il testo stesso contribuisce a trovare l’ispirazione.
Ti senti soddisfatto del risultato o stai sperimentando nuovi linguaggi?
Non sono mai completamente soddisfatto dei miei risultati e mi impegno costantemente per migliorare me stesso. Non cerco di cambiare il mio linguaggio per esprimermi, ma piuttosto di affinarlo, anche se ciò richiede un notevole investimento di tempo e sforzo.
Quali sono i tuoi desideri e progetti per il futuro?
Sono pienamente consapevole che, alla mia età, diventare un illustratore professionista non è realistico. Tuttavia, sarei estremamente felice se fossi in grado di completare due libri all’anno. Amo disegnare e sarebbe un vero sogno poterlo fare con regolarità attraverso progetti strutturati.
Published by