Solo. Il nuovo albo illustrato di Gloria Tundo

Ho sempre odiato i libri per bambini che vengono scritti con fini troppo dichiaratamente pedagogici, fortunatamente Solo sfugge a questa regola. I veri libri per bambini dovrebbero indagare le “vere paure” dei bambini. Basta giungere alla terza “apertura” del libro per capire che ci troviamo di fronte alla difficoltà di “essere nel mondo”. “Si chiudono le porte, il rumore assordante della metro non da pace alle mie orecchie, eppure è come se sentissi solo il silenzio”. Chiusura, porte, rumore assordante, silenzio, pace, con questi termini Gloria Tundo presenta il suo dialogo interiore. Gli autori di albi illustrati per raccontare la storia necessitano di raccontare se stessi. Se fosse un film assomiglierebbe tanto ad “Emotivi anonimi”.

La grammatica della fiaba prevede un iniziale mondo ordinario dal quale è necessario uscire per “risolvere” gli eventi che intendono sovvertirlo. Ebbene il protagonista di Solo vive già in una ordinaria solitudine. Solitudine che è la vera risorsa del protagonista. La narrazione oscilla tra “il saper star con sé” e “il saper stare con gli altri”. tutti gli eventi della storia accadono dentro l’anima del protagonista.

Se siamo stati bambini sappiamo cosa significava quel senso di intenso mistero che avvolgeva le nostre giornate. Tutti i silenzi dovevano diventare parola. Che fatica tradurre le sensazioni in narrazioni. Mistero che i nostri genitori tentavano di svelare, non riuscendoci ovviamente. Il coniglio protagonista si muove nel dolore necessario della solitudine che porta alla gioia. Confesso che ho pubblicato questo albo, perché è un albo del silenzio. Chi lo lèggerà potrà “allineare” la propria personale solitudine con le immagini che Gloria ha realizzato. Mai come in questo Albo la regola che siamo in tre a realizzarlo (l’autore, l’illustratore, il lettore) è vera. I veri libri, ci leggono non siamo noi a leggerli.

Quando esce un libro mi chiedo sempre “a chi piacerà?”. Esiste il pubblico che ama le storie, esiste un altro pubblico che ama le immagini a prescindere dalle storie, esiste anche un pubblico delle parole, credo che un libro del SILENZIO e della SOLITUDINE sia un libro degli stati d’animo. Mi chiedo se in libreria qualcuno abbia mai chiesto un libro sulla solitudine. A quei pochi che lo faranno il librario potrà finalmente dire “ce l’ho”.

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