Fin da piccolo, Gioacchino Lonobile è stato affascinato dal potere delle storie, trovando in esse una fonte inesauribile di ispirazione. Cresciuto tra racconti brevi e disegni, ha coltivato la sua passione fino a trasformarla in una professione. Scrittore dell’albo “Mimmo il Pirata“, Gioacchino in questa intervista condivide il suo viaggio artistico, rivelando le sue influenze, le sue abitudini creative e i suoi progetti futuri.
A che età è nata la tua passione per la scrittura? Come ti sei avvicinato al mondo degli albi illustrati?
Essendo innamorato delle storie: sentirle, leggerle e raccontarle è stata fin da piccolo una mia grande passione; in qualche modo, sapevo che era solo una questione di tempo prima che queste prendessero un’altra forma. I primi racconti brevi li ho scritti durante il liceo, ma solo intorno ai vent’anni ho iniziato a farlo in maniera assidua con metodo, e soprattutto a farli leggere: penso che il confronto sia un momento fondamentale per acquisire consapevolezza dei propri mezzi e avere anche lo stimolo per continuare. Ho sempre disegnato fin da bambino, ancora oggi in qualsiasi occasione mi trovi con una penna in mano e un foglio davanti non faccio altro; quindi, fumetti e albi illustrati hanno sempre fatto parte del mio mondo. Uno dei miei ricordi più lontani penso sia un vecchio albo di Pollicino, correlato di 45 giri, che ho consumato.
Quali sono i tuoi scrittori di riferimento o stili narrativi?
I miei scrittori preferiti possono essere quasi tutti annoverati nel filone fantastico, se dovessi scegliere due tra tutti direi Borges e Landolfi.
Descrivi il luogo in cui sei solita lavorare e quali sono i tuoi strumenti.
Scrivo per lo più a casa, anche se in alcuni periodi, soprattutto quando vivevo a Palermo, mi capitava spesso anche di farlo fuori: stare seduto al bar da solo e farmi ispirare dai discorsi e dai volti degli sconosciuti mi è sempre piaciuto.
Tavole tratte da “Mimmo il Pirata” scritto da Gioacchino Lonobile e illustrato da Silvia Gorla.
Ispirazione o metodo? Parla del tuo punto di vista narrativo.
Sicuramente l’ispirazione va coltivata, leggere ed essere curiosi in generale è di grande aiuto; penso che scrivere, come ogni disciplina, abbia bisogno di allenamento, più lo si fa, più diventa facile farlo.
Ti senti soddisfatto del risultato o stai sperimentando nuovi linguaggi?
Sentirsi soddisfatti dei propri risultati se da un lato può essere appagante, dall’altro frena in qualche modo la propria crescita artistica: sperimentare, contaminarsi, scoprire nuovi linguaggi credo sia indispensabile all’evoluzione di ognuno.
Quali sono i tuoi desideri e progetti per il futuro?
Da anni ormai sto lavorando a un romanzo a cui sono molto legato: una sorta di pensiero costante a cui non riesco a smettere di pensare. Spero che prima o poi possa trovare una casa e possa diventare proprietà di chi lo legga.
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